È stato pubblicato sulla rivista Clean Technologies and Environmental Policy, l’articolo che riporta i risultati di uno studio condotto da Innovhub SSI e Politecnico di Milano e supportato da Liquigas S.p.A. in coordinamento con Assogasliquidi:
“Well-to-Wheel analysis of passenger cars fuelled with a blend of LPG, bio-LPG, and renewable DME”
Attraverso un’analisi Well-to-Wheel (dal pozzo alla ruota), il lavoro confronta gli impatti ambientali dell’utilizzo della benzina con quelli derivanti da una miscela innovativa di GPL, bio-GPL e dimetiletere rinnovabile (DME), nelle varianti bio-DME ed elettro-DME (e-DME).

Il bio-GPL è ottenuto da oli alimentari esausti, mentre il DME rinnovabile viene prodotto sia come biocarburante da biogas raffinato, sia come elettro-carburante a partire dalla CO₂ catturata e dall’idrogeno generato tramite elettrolisi alimentata da energia idroelettrica. Lo studio si basa sulla metodologia dell’analisi del ciclo di vita (LCA) e utilizza il metodo Environmental Footprint 3.1.
I risultati mostrano che l’impiego della miscela garantisce una riduzione delle emissioni di gas serra fino al 27% per le auto del segmento B e al 21% per quelle del segmento C, rispetto alla benzina.
Conclusioni
L’analisi conferma che, in tutti gli scenari considerati, l’uso della miscela GPL/bio-GPL/DME comporta un minore impatto sul cambiamento climatico rispetto alla benzina, con significativi risparmi di emissioni di gas serra. I benefici si riscontrano anche in altre categorie di impatto ambientale, tra cui il consumo di risorse fossili, la tossicità per gli ecosistemi acquatici, le emissioni di particolato e lariduzione dello strato di ozono stratosferico.
Lo studio mette però in evidenza anche alcuni impatti meno favorevoli: le miscele risultano più critiche in termini di acidificazione, uso dell’acqua, tossicità per l’uomo, consumo di risorse minerali e di metalli e di tutte le tipologie di eutrofizzazione. Questo perché la produzione di biocarburanti ed e-fuel è energivora e richiede l’impiego di risorse naturali diverse dal petrolio.
Lo scenario con le migliori prestazioni ambientali è quello che prevede la miscela con e-DME applicata alle auto del segmento B, mentre il peggiore è quello con bio-DME nelle auto del segmento C, caratterizzate da emissioni e consumi più elevati.

Tra i limiti dello studio, gli autori segnalano che l’analisi è stata condotta solo su veicoli con motore a combustione interna (ICEV), senza confronto con veicoli elettrici, e su una miscela contenente il 20% di bio-GPL e il 20% di DME rinnovabile. Ulteriori ricerche potrebbero quindi valutare percentuali più elevate di carburanti rinnovabili e condurre un’analisi cradle-to-grave (dalla culla alla tomba), comprensiva anche del ciclo di vita completo del veicolo e delle sue emissioni non legate allo scarico.
Autori
Michelle Eid, Politecnico di Milano
Stefano Puricelli, Politecnico di Milano
Simone Casadei, Innovhub SSI
Simone Lixi, Innovhub SSI
Lucia Rigamonti, Politecnico di Milano
Mario Grosso, Politecnico di Milano